mercoledì 31 agosto 2011

Lavori in corso

Oltre al caldo intollerabile, durante la mia settimana tedesca sono incappato in un centinaio di ingorghi causa lavori in corso. Strade sottosopra, viabilità modificata, semafori alternati e gentili poliziotti che dirigevano il traffico: Monaco e Berlino erano in pieno fermento. Io guardavo fuori dal finestrino sti poveri operai che tra una colata di asfalto e l'altro si svestivano a ritmi vertiginosi, talmente lucidi dal sudore che sembrava si fossero fatti un bagno nell'olio abbronzante. Li ho ammirati moltissimo. Imperterriti nel loro lavoro non guardavano niente e nessuno, spalavano e lisciavano, spalavano e lisciavano. Al di sopra di questa scena infernale svettava il cartello che recitava Wir bauen für Sie (stiamo costruendo per voi). Anche da noi ci sono cartelli simili, ma il significato che attribuiamo a questi cartelli in Italia è diverso da quello che gli si attribuisce in Germania. Da noi i lavori durano millenni. Uno viene al mondo con il cantiere dietro casa, cresce con il cantiere dietro casa e muore che il cantiere c'è ancora. Costruiscono per noi così amorevolmente che il cartello ci accompagna per tutta la vita. Ci affezioniamo alle impalcature così tanto che se dovessero toglierle, caspita, ci mancherebbe qualcosa. Insomma da noi i lavori a malapena si sa quando iniziano, figuriamoci sapere la data esatta della fine. Chi vivrà vedrà, come dice la canzone. In Germania invece si provvede periodicamente a rifare il manto stradale (anche quello autostradale) per assicurare una maggiore efficenza della viabilità e per assicurare al cittadino che sborsa una bella sommetta per i trasporti pubblici e annessi di godersi al meglio la qualità per cui ha pagato. Non saprei dire quanto durino i cantieri in terra germanica, ma sono pronto a scommettere che durano sempre meno che da noi. Poi, da quello che ho potuto notare, la cittadinanza viene regolarmente avvisata in anticipo dell'inizio dei lavori. In Italia se vieni avvisato sei un miracolato e se no alla mattina ti trovi la sorpresa della manutenzione dell'acqua sotto casa che spacca il marciapiede del tuo portone. E li cosa puoi fare? Niente. Fai un sonoro reclamo al cielo e te la metti via. L'efficenza in Germania è uno dei cardini base della vita sociale. Da noi...sorvoliamo va'! Una delle rare cose che ho trovato sottosopra è che in Germania i ciclisti hanno più precedenza dei pedoni e delle auto. Cioè se intralci un ciclista o occupi, anche solo con un piede, la pista ciclabile, prima ti arriva una sonora scampanellata, se poi per disgrazia sei recidivo e non capisci, partono subito le parole. Calmiamoci signori ciclisti. Sul marciapiede c'è spazio per tutti. Lo strapotere dei ciclisti incute rispetto persino agli automobilisti che piuttosto che ritrovarsi un ciclista sul cofano si buttano sul marciapiede pronti a fare una mattanza di pedoni. I ciclisti hanno il loro posto al semaforo, hanno la loro corsia preferenziale, la precedenza agli incroci. Privilegi questi che da noi sono esercitati dagli automobilisti. Qui è il volante che da il potere sulla stada e non il manubrio. Ma tant'è, non ci si può far niente. Al che mi sono fatto il pensiero che se dovessi trasferirmi a Monaco mi convertirei alla bicicletta. Ragioniamo: corsia per me, precedenza assoluta, indipendenza da orari o percorsi obbligati. Si, per simili privilegi sarei pronto a convertirmi alla bicicletta! Gli automobilisti però non sembravano così contenti. Vuoi per il caldo, vuoi per le strade a viabilità ridotta, vuoi per gli ingorghi è andata a finire, udite udite, che ci hanno CLACSONATO. Giuro che non mi era mai capitato in vita. Anzi, ero abituato che appena mettevi il piede sulle strisce pedonali inchiodavano tutti, auto e tram. Stavolta invece ciccia. Hanno fatto ricorso al clacson sia a Berlino che a Monaco. Va bhe che anche noi giravamo con un bestione di 14metri e mi rendo conto che una stazza simile intralcia, ma l'uso del clacson è stata veramente un'esperienza nuova! Sconvolgente a tratti allucinante... Gli altri non ci hanno fatto caso, abituati da noi dove il clacson è un must. Io però che conosco gli usi cortesi dei tedeschi mi sono sorpreso e ovviamente gli ho scusati. Embhè -ho pensato- c'è caldo per tutti.

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