venerdì 20 aprile 2012

Indovina chi viene a cena?

Le sentite le campane? Sono quelle che hanno suonato all´indomani della liberazione al 25 aprile. Io le campane le sento nella testa, perché anch´io sono stato liberato. Da ospiti indesiderati, da occupanti abusivi del mio suolo, dai parassiti degli appartamenti. Appena esco di qui vado in chiesa ad appendere un PGR di argento purissimo del Perú.

Si, da lunedi mattina a ieri mattina ho avuto ospiti, non miei, ma della Vermieterin. Vedrai, è simpatica, è una francese, è una estroversa, artistica – aveva detto lei. No, è una casinara, ´na cafona, un´indiana delle foreste del Borneo – dico ora io. E meno male che non ho dovuto condividere i miei spazi con questa pastorella bretone durante il week end, se no sarebbero stati piselli amari. L´ho conosciuta di pomeriggio, tornato dal lavoro. Anzi, sarebbe meglio dire che ho dovuto conoscerla. Si perché questa mangialumache si era barricata dentro casa tirando pure il chiavistello! ho dovuto suonare, in casa mia, no scusa eh, parliamone. E poi mi apre la porta tutta sorridente dicendo - pardon, ma ho avuto problemi a chiudere la porta. Ma se c´è la maniglia! Eh certo sarai abituata a casa tua che devi tirare tre chiavistelli come minimo per difenderti dai razziatori di pecore. Va bhe, chiudiamo un occhio, finiamola con i convenevoli che la tracolla e la borsa della spesa mi stanno trasformando nel gobbo di Notre Dame. Mi chiudo in camera per cambiarmi e poi vado di la a mettere a posto la spesa. La cucina è totalmente colonizzata. Una babele di ciansufraglie in bilico l´una sull´altra. Ho dovuto fare lo slalom tra computer, borse, cartelline e giornali per infilare la pasta nella dispensa e la mozzarella in frigo mentre lei bel bella non faceva un plissé e scriveva qualcosa al computer con tanto amour. No no francesina mia non ci siamo proprio. Io qua ci pago l´affitto, quindi vediamo di moderarci. Un po´di posto te lo faccio volentieri, ma che ti appropi della casa che io pago, ah no, allora abbiamo un problema!! Peró non volevo prenderla a tazzate appena dopo cinque minuti di convivenza, per cui ho chiuso anche l´altro occhio e sono tornato in camera a tentoni. Inaspettatamente vengo salvato dalla Vermiterin che se la prende e se la porta fuori a cena, dopo averle fatto desbrigare la cucina. Che, sai, io li ci vorrei mangiare, che se no ci metto poco, ti uso il computer come salvietta e a posto. Quando mi decido a chiudere gli occhi sul mondo lei non è ancora tornata e meglio cosi, che per lo meno sono ancora libero di fare pipi nel mio bagno senza dovermici chiudere dentro a tripla mandata.

La mattina dopo mi sveglio cantando anch´io con gli uccellini che sgorgheggiano buongiorno. Faccio quello che devo fare e alla mia solita ora infilo la porta e me ne vado. Alle 4:30 finalmente torno a casa e non appena varco la soglia vengo accolto da una nuvola verde dal sinistro odore che mi attanaglia il naso e mi fa lacrimare gli occhi. Magari fosse stato odore di zuppa di cipolle. Peggio. Era sudore. Senza pensarci due volte spalanco le finestre annaspando aria pura a tutto spiano. Il corridoio e la cucina erano impestati. Ancora un po´e chiamavo qualcuno per la disinfestazione dai cattivi odori. Dai dai - mi sono detto – stringi i denti (in tutti i sensi), la devi sopportare ancora un pomeriggio soltanto e poi leva le tende. Yes you can. Passano le ore e finalmente l´aria in casa si è fatta respirabile. Torno in cucina e noto che il mio bicchiere è fuori posto e sotto la luce al neon brillano gocce d´acqua. Questa str***a ha usato il mio bicchiere!!!! In quel momento ho capito cosa ha provato l´orso quando Riccioli d´oro si è sbafata la sua zuppa. Ma guarda te sta impunita, buzzura di una ricamapizzi. Ovviamente, dopo aver lavato il bicchiere con la varecchina e averlo sterilizzato con la fiamma ossidrica, l´ho rimesso nella credenza e ne ho preso un altro. E giá li avevo intenzioni omicide.

Alle 9 mi rientra in casa dopo avermi quasi scassinato la porta – con questa porta ho sempre problemi – si scusa la bastarda. La prossima volta buttala giú a testate, non aspettavo altro che cambiare la porta, d´altronde era cosi antiestetica. Cercando di pensare a campi in fiore per impedirmi di prendere un coltello e farmi un cordon bleu di carne bovina francese, torno in cucina. E la carina, senza dire posso o scusa, si é tranquillamente messa li anche lei, sbrodolando che l´indomani avrebbe sostenuto una prova del DAF livello C1, documento indispensabile se vuoi lavorare in Germania per lavori di un certo calibro come ingegniere e compagnia briscola. Anvedi te sta spocchiosa del picchio. L´ho cagata ascoltata per cinque minuti e poi mi sono ritirato nel mio boudoir. Era ormai chiaro che la mia non-ospite mi stava allegramente ballando il tango sui maroni.

Il pomeriggio dopo riento in casa e ritrovo lo stesso odore persistente di muffa e sudore. Ma con che cosa si lava questa?? Con i pesci avariati, con i topi che raffazza in metro?? No cavolo un essere umano non puó emettere certi odori…o forse si?? Alé, finestre spalancate anche sto giro. Oso avventurarmi in bagno. Noto subito i graziosi ricordini che mi ha lasciato: due confezioni di salviette usate sul lavandino, orrido resto di un contatto assistenziale con se stessa, e un ammasso informe di carta igienica galleggiante che mi occhieggia dal water. Praticamente una sala operatoria. Ho sfogato la mia frustrazione fagocitando un paio di quadratini RitterSport. Verso le 5-6 la sento sfondare di nuovo la porta a craniate e, ça va sans dire, me la ritrovo in cucina. Mormora qualcosa che non capisco e si barrica in camera per uscirne cinque minuti dopo completamente in deshabillé: canotta pezzata, brache infangate e piedi scalzi. Cosi, all´acqua di rose. Disconoscendo dove stia il sacchetto dell´immondizia mi schiaffa sul secchiaio le bucce di melone. Come regalo. Dalla Francia con amore. Meno male. Meno male – mi sono detto - che durante il giorno io lavoro, se no una convivenza nel week end sarebbe stata alquanto difficoltosa per non dire infernale. Fai come se fossi a casa tua mi raccomando! Ci stavo pensando giusto ieri di mettere su un ostello, facciamo che tu sia stata la mia prima cliente. Vuoi? Schlampe che non sei altro! (scusate ma quando ce vó ce vo´).

Il giovedi mattina l´ho lasciata che si docciava. Ho ringraziato il Signore per la meravigliosa giornata di cui ci aveva fatto la grazia e per la liberazione dall´undicesima piaga d´Egitto. La casa c’è ancora, il puzzo pure. Ho già chiamato la derattizzazione.

5 commenti:

  1. Uahuhauhauhauhauahuhauhauahauahahauahauahau! Scusa la crudeltà, ma la descrizione di questa disavventura è troppo buffa per riuscire a trattenere le matte risate. Coraggio, Torquitax, che ormai è acqua passata e credo che un ospite peggiore di questa, proprio non ti possa capitare. Guarda fiducioso al futuro! Grazie, comunque, per averci regalato questi ilari aneddoti! A presto. E.

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  2. Porca paletta, di gente strana (e maleducata) ne ho conosciuta, francesi inclusi, ma questa batte ogni record!!!!
    ahahahahah, che botta di fortuna...
    Certo, io con le mie coinquiline lionesi non mi potevo lamentare... anche se una non sapeva né lavare né cucinare (e passi), anche se una girava per casa solo con l'accappatoio (e passi) lo standard complessivo era MOLTO, MOLTO migliore!!
    Dai, archivia questa disavventura e pensa di esservi felicemente sopravvissuto!

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  3. NO ma infatti Eireen, meglio buttarla in ridere che piangere. Anche se la situazione è stata piuttosto tragica. Ma come vedi sono sopravvissuto per poterlo scrivere e ora la strada è tutta in discesa. Se mi dovesse capitare un ospite altrettanto spinoso sto giro sporgo denuncia all'associazione degli inquilini (sempre che esista).

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  4. Ma non sarà che le gallinelle francesi sono tutte un po' sbalestrate? Bhe comunque guardiamo il lato positivo: la tipa se n'è andata e la casa c'è ancora. Quello è l'importante. Per il resto una vigorosa sessione di pulizie e igienizzazione e via. Questi non-ospiti sono veramente estenuanti da sopportare!

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  5. [...] che si mettessero in ascolto solo adesso, potete trovare le puntate precedenti qui, qui, qui e qui. Like this:Mi piaceBe the first to like this. Questo articolo è stato pubblicato in Senza [...]

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