sabato 5 maggio 2012

Praktikum vorbei

Sono disoccupato da una settimana e un giorno. Di nuovo. Come dopo la laurea. Dall'oggi al domani finito un percorso. Ora meritatissimo sport del divano. Che sei mesi son volati come niente, ma finchè sono durati ci sono stati momenti da montagne russe, fino all'ultimo giorno.  Si perchè il Praktikum non poteva che finire in bellezza, e che bellezza. La classica ciliegina sulla torta. E io me la sono ingollata tutta d'un fiato.

Mercoledi scorso ero li che passavo in rassegna alcuni siti per conto della Secondina (siti per un programma aziendale utile durante le fiere eh, mica siti sconci). Le scrivo una mail per farle un Bericht dettagliato sulla mia ricerca e gliela invio. Tempo dieci secondi  la sento sbuffare, aggirare la pianta e piantarmisi di lato a me con l'espressione da "ora ti spiego io". Comincia a sproloquiare che quando mi chiede una mail-Bericht in realtà vuole che io le alleghi anche un file di Excel completo di paragone tra quel programma e quell'altro in base a capacità, costi, velocità ecc ecc. E io dico: e non potevi scrivermelo nella mail con cui mi hai fatto la richiesta? Mi sembra che il principio "chiedi e ti sarà dato " sia elementare e di facile compresione. Ma lei mi chiede di più, lei mi chiede di imparare l'arte della lettura del pensiero. Non mi riesce in italiano, sarà difficile che impari in tedesco.  Lo sproloquio continua con tanto di schizzetti di saliva (tanto che io avevo già aperto l'ombrello per non docciarmi) finchè arriva lei, la frase-chiave, la frase che tutto spiega e tutto incasina: "perchè immagino che la gestione del lavoro sia anche una questione di paesi: in Italia il lavoro sarà forse anche svolto molto locker (=shallo, tranquillo, rilassato, alla bell'è meglio), ma in Germania no di sicuro e se vuoi lavorare qui deve capire che il metodo e l'ordine vengono prima di tutto". Ora, volete spiegarmela voi questa affermazione? Io l'ho capita che praticamente mi ha detto che vengo da un paese in cui lavorare è un optional, ma che qui invece il lavoro si prende sul serio. Non sa quanto è stata fortunata la ragazza impettita li, che se avesse avuto davanti un tipo molto più suscettibile un vaffa di cuore non glielo toglieva nessuno. Invece ha trovato me che cercavo di non scoppiare a riderle in faccia perchè la frase era comicamente ignorante.

Il giovedi arrivo in ufficio e scambio quattro chiacchiere di buongiorno con la Tutor e tra una risata e l'altra le racconto dello sketch del giorno prima. Più io ridevo, più il suo viso si afflosciava a terra come gomma fusa, lasciando intravedere il teschio sotto. Finito il racconto lei si alza in piedi, batte i tacchi, mi fa il saluto militare e mi dice: "la prossima volta falle il passo dell'oca e dille Jawohl!". Avevo acceso la miccia e non ero consapevole. Appena la Secondina è arrivata in ufficio le colleghe l'hanno presa di peso, l'hanno trascinata di la dalla Tutor e a turno, a mo' di plotone d'esecuzione, l'hanno cazziata. Per me, per loro, per l'ufficio. Insomma hanno colto l'occasione per togliersi dei sassolini dalle scarpe. E io ero li che origliavo e gongolavo. Tjè, beccati le pappe pure tu. Le ricriminazioni si placano e la vedo uscire dall'ufficio in lacrime per non fare più ritorno. Ok, ammetto che vederla infilare la porta con i lacrimoni mi ha fatto pena, ma cosi è la vita. Un giorno cazzi, un giorno vieni cazziato.

Scocca l'ultimo giorno, il venerdi. Arrivo in ufficio, mi sistemo la scrivania e lei è li che mi guarda. E mi malediceva, ne sono sicuro. Si alza, mi viene incontro, mi chiede se può parlarmi. Temevo il peggio. Invece sorpresa. La Secondina, la più inflessibile delle teutoniche, la più orgogliosa del paniere si è scusata. Lo ripeto: si è scusata. Con me. Di tutto. All'inizio imbarazzo stellare, poi solo compassione. Compassione che non mi ha impedito di dirle cosa pensavo e cosa secondo me aveva sbagliato. Ma quello che più mi ha fatto piacere è stato vedere quanto tutto l'ufficio parteggiasse per me e mi abbia difeso. Robe dell'altro mondo. Robe da mondo tedesco. E che questa si scusi poi. Difatti me lo sono scritto sul calendario, che chissà quando mai mi ricapiterà. Chiusa la parentesi etica ero li che mi mettevo a posto tutte le carte accumulate quando vedo tutto il cerchio delle colleghe intorno con tre pacchettini. Mi sono arrivati anche i regali d'addio. Non ci potevo credere. Una bandiera della Baviera, una cartolina con tutte le firme e gli auguri per il futuro e un buono di tot euro da spendere a Hugendubel. Commozione. Commozione. Commozione. Abbiamo fatto le foto ricordo. Ma soprattutto abbiamo riso. Tanto. Ora lo posso ammettere senza tanta modestia: sono stato un praticante spaccaculo. Un pazzoide cosi non gli ricapiterà più.

Adesso mi dedico al riposo. Settimana prossima torno a casa in vacanza, che dopo cinque mesi filati qua ho come il bisogno fisiologico di prendermi una pausa da Monaco, mon amour. Oltre ai risvolti tecnici: devo presentare a Trento tutta la documentazione di fine tirocinio. Insomma anche la burocrazia c'ha la sua buona parte. Per il momento torno a essere turista e godermi la città. A pensare a tutto il resto c'è ancora tanto, tantissimo tempo!

12 commenti:

  1. Lo so che i tedeschi al lavoro sono sfrantumacoglioni, a volte pignoli, spesso saccenti pero' ti do ragione sulle considerazioni di fondo e aggiungo che io ho trovato molto più rispetto qui di quanto non ne avessi mai avuto in Italia. Certo io parlo di un'Italia del sud che non è la stessa dimensione di Italia che hai tu pero' quando ripenso alle condizioni lavorative laggiù anche il peggiore dei capi e il più scassapalle dei colleghi quassù mi pare ragionevole.
    Bene, l'importante è che finisca bene, è sempre piacevole la sensazione di aver lasciato un buon ricordo del proprio operato e tutto sommato rivalutiamo la Secondina per aver dato prova di una certa intelligenza. Non è scontato ricevere delle scuse :-)

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  2. Ciao Torquitax! Ho lavorato in entrambi i paesi e molte volte in Italia mi sono trovata male sia con i colleghi ke con i capi . In Germania ho visto anche i fannulloni tedeschi, ma la maggior parte delle persone lavora decisamente in modo serio. Per fortuna nessuno di loro ha avuto da ridire sul mio operato e sul modo di lavorare "italiano". Solo una volta una mia collega, bavarese doc e un po' razzista, sui 50 anni di età mi ha trattato male ed io le ho risposto davanti a tutta l'equipe, ke il terzo Reich è finito da un pezzo.... Ti puoi immaginare il gelo e le teste abbassate di tutti quanti. Alla fine del contratto mi ha fatto un bel regalo ...mah, forse senso di colpa oppure un modo per scusarsi...(?)
    Buona vacanza in Italia
    katia

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  3. Concordo con Bianca. Ho lavorato in Italia per molti anni e posso affermare con certezza che la più cattiva ed impestata delle colleghe qui, è un petalo di rosa rispetto ad una collega mediamente difficile in Italia. In Italia si lavora dando molto sfogo ai sentimenti personali, mentre in Germania, mi pare, vengono molto prima il rispetto per l'altro, anche se odioso, e la professionalità!

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  4. Cara Bianca ti do ragione un po' per partito preso perchè io non ho mai lavorato in Italia, la prima volta che ho lavorato "regolare" è stata qui. Quindi ho ricevuto il mio battesimo del fuoco in terra tetesca. Ma vedendo per osservazione indiretta lo schiavismo a cui è sottoposta mia sorella, si, è vero, qui è un bagno all'acqua di rose. Giuro, io mi aspettavo che la Secondina mi urlasse dietro, mi maledisse per averle messo contro l'UT al gran completo. Invece si è scusata. Io sono cascato dal pero e credo di averla guardata come un pesce lesso per i primi secondi. Però la soddisfazione c'è stata, altrochè.

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  5. Assolutamente si. La Tutor docet: se in ufficio si fa amicizia bene, ma se no ci si siede alla scrivania per lavorare e se un collega non ci è particolarmente simpatico non fa niente: per il bene dello studio bisogna imparare a essere tolleranti, non sempre, ma a certi livelli si. Al che la mia mandibola cadeva nella zuppa di asparagi come un meteorite sulla Terra.

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  6. Certo Katia, che siano tedeschi o italiani, sempre umani sono. I fanca******ti ci sono anche qua, per carità. Diciamo che è la percentuale a fare la differenza. Dalle cronache pubbliche pare che le Praktikantin precedenti si siano offese per il fatto che Mr. B. fosse preso largamente in giro. Io ne ho riso. Tanto non è che con l'arrivo del MoMa siam messi meglio. Per il resto non ho mai giocato la carta Nazi. Qui come sai benissimo tu è ancora un nervo ancora ultra-scoperto...

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  7. Ciao, torni per caso a Verona, giusto? Non è che potrei offrirti un aperitivo veloce in piazza Erbe, per farti alcune domande su Monaco?

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  8. Caro Simone, si, torno a Verona, tra le mie colline e l'Adige. Purtoppo il mio sarà un soggiorno lampo, giusto il tempo per consegnare tutto a Trento, far vedere a parenti e amici che sono ancora vivo e poi via di nuovo (o almeno questo è il piano!). Se per caso dovessero sorgere complicazioni che mi costringessero a prolungare il mio stay a VR non mancherò di scriverlo nel blog. Quindi ti posso consigliare di stare tuned che se dovessi restare a casa un po' di più può essere che mi salti fuori il tempo per quel breve aperitivo che dici. Es tut mir wirklich leid, però al momento le cose stanno cosi. Se invece le tue domande non possono aspettare scrivile qui sotto e cercherò di risponderti il più esaurientemente possibile, nel limite delle mie conoscenze e facoltà!

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  9. Ciao Torqui io leggo il tuo blog da tanto tempo, cercati un altro lavoro perchè i tuoi racconti sono fantastici !!! (Vabbè ora risposati) Ti inserisco nel mio blogroll :)
    Ciao da Londra!
    Dancer :)

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  10. bravo, mi hai fatto ripensare al mio pratikanter tedesco..quando se ne e' andato ho rotto le palle a tutto l'ufficio per raccogliere i soldi e gli abbiamo regalato un iPod, lui e' stato veramente un bravo pratikanter e ancora mi chiama per darmi feedback della sua vita!

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  11. Ciao Dancer, benvenuta sul P. Dresden e grazie per cotanto onore: sia che mi segui da tempo, sia che mi inserirai nel tuo blogroll. Onoratissimo. E grazie per i complimenti: io ci provo a essere spiritoso nonostante eventuali "disgrazie". Ora come dici giustamente tu il riposo dopo la fatica, che poi cercarsi lavoro sarà già un lavoro di per sè. Ora faccio un salto sul tuo blog!
    A presto! T.

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  12. La pupattola pInguino, addirittura un iPod gli avete regalato??? Senti ma dov'è che lavori che quasi quasi mi trasferisco anch'io in Svizzera per ricevere sti regaloni! E a me che sembrava di aver ricevuto chissache con il buono da tot euro di Hugendubel. Bhe ognuno riceve i premi proporzionati a sè dai, mettiamola cosi. Noi ex-praktikant siamo una bella genia, simpatici e disponibili. Imperdibili!

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