domenica 9 settembre 2012

Prime reazioni a freddo

A me Verona non mancava. Mi mancava quello che rappresentava: sicurezza e affetti stabili. Ma la città in sé, la sua gente, i suoi casini e le sue logiche contorte, quelle no, non mi mancavano per niente. Anche nei momenti più scoraggianti e deprimenti della disoccupazione oltralpe io a Monaco ci stavo bene. Perché l’avevo scelta, immagino. A Verona ci sono nato e basta, mi ci sono ritrovato senza tante alternative. Per carità, volendo dare a Verona quel che è di Verona, senza gli anni di “apprendistato” qui, a Monaco non sarei sopravvissuto due settimane. Sarei impazzito, avrei pianto sul water come nelle peggiori sceneggiature e probabilmente avrei maledetto ogni singolo istante passato lontano dall’Adige.

Mi sono accorto invece che mi mancavano i luoghi. Le mie colline. Il Garda. I colori della mia terra d’origine. Vedere il paesaggio dentellato dal monte Baldo e dal Carega. Quando esco a fare una passeggiata o una commissione mi sembra ancora impossibile di essere di nuovo qua. Da un certo punto di vista è tutto nuovo, pur restando esattamente come l’ho lasciato mesi or sono. Ad aver cambiato non sono le facciate delle case del mio paese, ma il modo in cui le guardo. Anche le persone mi sembrano diverse. Più tristi. Non ho ancora visto nessuno ridere per strada. Ho visto invece sguardi persi nel vuoto, bocche all’ingiù e passi strascicati. C’è atmosfera da quiete prima della tempesta. Come se le persone trattenessero il fiato prima di un’incursione aerea. Forse più che del portafogli questa crisi è delle coscienze.

Altra cosa che non mi mancavano sono le mosche. Ma in Germania dove si erano cacciate?? In tre mesi di semi-reclusione ne avrò viste due in croce. Qua non fai ora ad aprire la finestra che entrano in branco. Fastidiose e moleste. Per non parlare delle zanzare. Di quelle a Monaco neanche l’ombra. Qui tempo due giorni e mi avevano già fatto parecchi prelievi del sangue. Si fossero degnate almeno di farmi avere l’esito delle analisi!! Dopo un primo momento di rilassatezza immediata e di gossip selvaggio sento come una tiepida nostalgia del tedesco. E del Rewe.

Ho capito che per quanto rocambolesca, insicura, incasinata la vita dell’espatriato è la vita che voglio. Da qui preparerò il mio rientro in terra germanica. Ora so per certo che il mio posto non è a Verona, non adesso almeno. E che le mie sensazioni di inadeguatezza e irrequietezza erano vere. Con la città di Giulietta ho sempre avuto un rapporto conflittuale. Io e lei non abbiamo mai avuto grande sintonia. L’ho sempre trovata chiusa e provinciale, dalla mentalità ristretta e piccolo borghese. Mi andava e mi va stretta. Specialmente il mio quartiere che nemmeno dopo 70 anni si rassegna a considerarsi Comune di Verona, ma si fa ancora un vanto di essere “paese”. Alt: non crediate che mi piaccia l’esatto contrario. Lo stereotipo della grande metropoli in cui si fanno e disfano le mode, in cui cambiando quartiere si cambia ambientazione e epoca storica. No no. Sono uno piuttosto modesto. La moderata borghesità di Monaco mi andava benissimo. Penso che questo sia il momento in cui la botta fuoriesce, in cui si forma la macchia viola. Questo è il momento della reazione a freddo. Quella a caldo è stata tutta sicurezze e divani. Soprattutto in questi giorni sto facendo autocritica. E approntando strategie. Monaco mi ha indicato la via. Alcune volte invidio quelle persone soddisfatte di una vita priva di slanci e saggiamente ordinaria. Una vita in cui tutti i passi seguono un piano preordinato, in cui l’orto davanti casa è tutto il mondo degno di essere conosciuto e da cui si trae infinita soddisfazione. Io sono piuttosto l’eterno insoddisfatto, il tipico curioso che sposta sempre oltre l’orizzonte, che una volta raggiunto l’albero sulla collina vede il fiume a valle e lo raggiunge. Da li intravede la foresta a sinistra e decide di esplorarla ecc ecc. Sono fatto così.

Di una cosa però sono sicuro. Non resterò a casa davanti al telefono in attesa che squilli. Voglio riprendere contatto con i luoghi che per me hanno significato molto e che erano un rifugio a breve distanza. Venezia, Sirmione, Gardone Riviera con l’inimitabile Vittoriale…Che se c’è una cosa che la disoccupazione a Monaco mi ha insegnato è di non restare fermi. Finchè si aspetta si può anche godere! Cercando di entrare in questa nuova fase con occhi aperti.

15 commenti:

  1. Gran pezzo, bravissimo! E l'immagine di te che piangi sul water, è una chicca che difficilmente uscirà dal mio cuore...

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  2. Ciao Torquitax, non sapevo che fossi di Verona anche tu...come condivido le tue impressioni su Verona...
    Spero riuscirai al più presto a tornare a Monaco, io sto facendo il possibile per rimanerci e spero di cuore di farcela..ma le difficoltà sono molte. Il fatto che tu sia dovuto tornare, pur sapendo bene la lingua mi provoca una certa tensione...

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  3. A Monaco non ci sono mosche perché sono emigrate tutte a D'dorf, costringendomi ad inforcare l'aspirapolvere a massima potenza pur di sbarazzarmene in modo incruento, ecco perché.

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  4. anche io mi chiedo: ma a Leeds dov'erano finite le mosche e le zanzare? Qui ora c'è l'invasione delle cimici :/ bleah! :/ per il resto: sappi che prenderò un pezzo di quello che hai scritto e lo metterò come stato su fb :D vedi te se prenderlo come un complimento o l'esatto opposto. Anche io sono un po' come te: una volta arrivata a destinazione guardo sempre cosa c'è oltre. Anche ora che sono nella mia città di sempre e ho un lavoro, già penso a nuove possibilità altrove. Un sacco di miei amici, nonchè il mio ragazzo, sono fortunati come intendi tu: a loro va bene la loro vita, i loro luoghi di sempre, e quell'orto che tanto ammiro. Io invece mi sento come se non volessi mai fermarmi veramente. Chissà chi ha ragione...

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  5. Per me a Milano sarebbe addirittura peggio... Comunque la cosa più vera e triste che hai detto è a proposito delle facce e dell'aria che si respira!

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  6. a monaco questo w.e. c'erano le vespe! devo dire che tornarci mi ha fatto piacere, ho visitato amici che vivono in un quartiere molto tranquillo, ho visto il parco di cui avevi pubblicato le foto.
    I miei amici continuano a chiedermi di cercare lavoro li' solo ho notato che senza un buono stipendio vivere a monaco non si puo'! vedremo cosa mi riserverà il futuro...

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  7. Vero? Per quanto non l'abbia fatto è una cosa che ogni tanto ti viene la tentazione di fare...

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  8. Eh si, sono di Verona pure io. E finalmente qualcuno che la pensa come me. Ogni volta che mi esprimo sulla città mi dicono che sono fuso...
    Vedrai che ce la farai. La lingua è un fattore importante, ma alla prova dei fatti sono utili ben altre abilità. Te ne renderai conto presto.

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  9. Brava Brunhilde stermina sta fastidiosa genia. Da parte mia i ringraziamenti più sentiti!

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  10. Ma scherzi Gogo?! Sono onoratissimo! Addirittura citato sul tuo stato su Fb. Signur ho le palpitazioni dall'emozione!!! Mmmh penso che la ragione ce l'abbiamo entrambi e nessuno dei due. Loro sono fatti così. Noi siamo fatti così. Punto. Nè meglio nè peggio, solo diversi. L'importante è coesistere in pace, armonia, ma soprattutto rispetto. Cosa che io finora ho dovuto conquistare anzichè ricevere gratuitamente. Però vabbè, lottare per ciò che si vuole direi che è il minimo.

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  11. Eh bhe prendiamo quello che arriva come viene. Se l'aria si fa irrespirabile basta munirsi di pratiche mascherine antismog ^^

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  12. Purtroppo quello del buon stipendio è una delle pochissime pecche di Monaco. La bolla immobiliare è esorbitante. Per non dire anche la diffidenza dei padroni di casa. E per il tuo w.e. spero che, tralasciando le vespe, tu ti sia divertita un mondo a Monaco!!!

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  13. Verona rimane cmq una città bellissima, a misura d'uomo, perfetta per viverci, contrariamente di altre città e di altri luoghi del nord Italia, il Triveneto è una delle zone più belle e più "umane" dove vivere, per chi abita al nord, contrariamente a tutto il nordovest.
    Detto ciò, può sembrare di mentalità ristretta, ma forse è la mentalità italiana che ti è diventata ristretta, una volta scoperta e apprezzata quella tedesca.
    Viele Gruße aus Verona

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  14. Il problema delle facce tristi è che non è l'ultimo aggeggio tecnologico o l'ultimo lcd o l'ultima pubblicità che ci rende felici, il consumismo ci ha mangiato tutto, soprattutto dentro di noi.
    E ora che la crisi sta mordendo, molti non hanno più i soldi per comprare quegli oggetti che riempiono il loro vuoto interiore, a lungo coperto dal consumismo.
    Molti, però, hanno anche la faccia triste perchè fanno veramente fatica ad arrivare a fine del mese.
    Ciao

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  15. A dirla tutta la mentalità italiana mi stava stretta ancora prima di scoprire e sperimentare quella tedesca. Se mai è vero il contrario. Ora riesco ad apprezzare aspetti del nostro fare che prima mi sfuggivano completamente o che criticavo senza remore. Le ho rivalutate alla grande.
    E parlando di Verona, mah, io non l'ho mai trovata bellissima nè tanto meno sublime. Certi scorci o vedute d'insieme sono ammirevoli e scenografiche, ma oltre a quello non mi ha mai fatto venire le palpitazioni estetiche. Amo di più la mia Verona interiore che non quella reale.

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