martedì 29 maggio 2012

Back in München

Dopo 20, e sottolineo 20, giorni di soggiorno-restauro (oculista, dentista, abbigliamento) in terra natale sono tornato ieri a Monaco. Ho ricevuto una calorosa accoglienza: il treno viaggiava con 10 minuti di ritardo causa bauarbeit. Da non credere. Mi munisco di pratico abbonamento settimanale e scendo in metro. Deserta. Traffico umano scorrevole, nessun ingorgo. Da non credere (e due). Aspetto la mia U-Bahn alla banchina. Arriva vuota. Gli unici occupanti del vagone siamo io e un tipo semi addormentato dallo sguardo seducente che rivolge a se stesso nel finestrino. Da non credere (e tre). Esco dalla stazione U-Bahn e niente, non c'è anima viva in giro. Un paio di ciclisti mi passano accanto veloci alzando un bava di vento. Ok - mi dico - saranno tutti al lavoro. Anche i bambini del Kindergarten. Qui li si abitua a tutto fin da piccoli, a quanto pare anche ai turni pomeridiani in ufficio. Mi lascio cullare dalla vista della mia casetta e con somma calma disfo la valigia estiva. Ora il mio armadio è completo. Nè la canicola nè il congelamento possono scalfirmi. Prendo le borse della spesa pronto al saccheggio sistematico dei generi minimi di conforto. In dispensa le ragnatele sonnecchiano tra un pacco di pasta e l'altro. Mi appropinquo al mio discount del cuore. Chiuso. No problemo, dirotto sul Rewe. Chiuso. D'accordo, come non detto. Piano C: Bäkerei all'angolo. Non hanno più merce, venduto tutto. Ma com'è possibile? - chiedo affranto alla gentile signora dietro il bancone. Lei ride (ma che ti ridi!!!). Ma non lo sa che oggi è Pentecoste? Oggi è Feiertag! DA NON CREDERE!!!! (e quattro). Pure la Pentecoste si festeggia qua. Ma siamo sicuri che la vera Città del Vaticano non sia la Baviera e non San Pietro??? Vabbè in rispetto forzato alla Pentecoste, digiuno e astinenza. Una piattata di fusilli e tutti accontentati. Che si tocca fa' pe' campa'! 

Meno male che sto giro di Heimweh non se n'è vista l'ombra. Eh si, stavolta ho superato anche me stesso. Sono riuscito a farmela venire in anticipo. Da non credere (e sei). Giovedi ero inconsolabile e combattuto tra mille dubbi: avrò fatto la scelta giusta? perchè mi saltano in mente sempre ste idee geniali? soprattutto ora che potrei fare il disoccupato di professione a cuor contento grazie alla crisi! perchè te ne vai in Crucchia quando qui potrebbe essere tutto più semplice, persino i fallimenti? Insomma ero rannicchiato sul divano con il pollice in bocca mentre con l'indice mi tormentavo l'orecchio, tenendomi le ginocchia con il braccio libero. Una scena patetica. E dopo ore di macerazioni e inutili paturnie sono arrivato a questa brillante soluzione: una sezione anti-Heimweh del seguente post. Le foto le ho scattate in parte solo, in parte in compagnia della Super Genia durante una delle nostre passeggiate da vecie betoneghe sui nostri monti.

Queste foto sono per voi (cosi da farvi un'idea più ampia di chi è Torquitax) e per me (per quando sarò colto da autentica malinconia cronica). Buona visione.

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Oggi è venuto un super acquazzone qua. C'è mancato poco che mi bagnassi da capo a piedi. Ha persino grandinato un paio di volte. Acquazzone primaverile: bentornato a Monaco Torquitax!! Bhe dai vediamola cosi: rientro bagnato rientro fortunato!

mercoledì 23 maggio 2012

Torquitax in Wonderland II

...continua dal post precedente:

-i telegiornali si destreggiano tra notizie catastrofiche sulla crisi e l'affossamento dello Stivale, trattano con dovizia di particolari l'ennesimo caso di suicidio. Pare che suidicarsi a causa di un fallimento sia la nuova moda aziendale del momento. Se prima i festini di Mr. B. erano lo scandalo del giorno, uscito di scena il Gran Maestro ecco che ci pensano gli adepti a sollevare i vespai: Bossi viene trascinato in tribunale perchè il suo tesoriere se l'è filata con il tesoretto del partito e perchè ha comprato la laurea al Trota in Albania. Ma bravo Umbert, prima diciamo su degli immigrati e poi compriamo la laurea in Albania. Se gliel'avessi comprata in Repubblica Ceca c'avresti fatto più bella figura, almeno quella è nell'Unione Europea. Quanto alle belle notizie non pervenute.

-insultare la Merkel e dire su dei tedeschi è lo sport più trendy. Un sacco di gente che bercia "eh ma sta Merkel potrebbe darci una mano...sti tedeschi menefreghisti, però poi vengono tutti in Italia a farsi le vacanze...la Germania non molla un punto sulla questione economica, solo perchè loro stan bene là...e noi cosa dovremmo fare..." Butto li un'ipotesi: smetterla di lamentarsi e prendere esempio? Va bhe che il discorso è più complicato di cosi, dato che non è la Merkel la cattiva del villaggio e dopo gli ultimi sviluppi in NRW (NordRhein-Westfalen) non se la spassa neanche lei, ma diciamocelo francamente: neanche noi avremmo voglia di aiutare un paese che affossa se noi stessimo bene, no? Quindi non è che la Germania è il cattivo di turno. Cerca anche lei di stare a galla. Come tutti.

Passando alle note personali invece dirò che è stato strano tornare a casa mia. Anche solo per le dimensioni. In questo caso ero più che mai Torquitax in Wonderland.

-a Monaco non ho un salotto e non ho un divano. Risedermi sul mio divano di casa è stato come fare il bagno in un vasetto di Nutella. Puro piacere dei sensi. A Monaco ho solo sedie in legno dal poggiaculo rigido. Le sedie di casa con il cuscinetto in vimini mi sono sembrate morbidissimi fagottini ripieni alla ciliegia. A Monaco ho un lavandino minimal, nel senso che è piccolo e poco profondo. Il lavandino di casa è un transatlantico con la profondità di una botte. Se mi ci rannicchio ci sto dentro tutto intero mi sa. A Monaco ho un water piantato nel muro completo di gradino interno (che nonostante tutto continuo ad odiare). Qui ho ritrovato un water che accoglie, ma non rivela. Che il Signore lo abbia in gloria. A Monaco non esiste il bidet. Qui c'è. Non appena l'ho visto ho versato una lacrima di commozione e ho intonato un Alleluja. A casa ho ritrovato le gemelle Tenda e Tapparella, che a Monaco sono per lo più sconosciute. E, orrore orrore, una mattina mi sono ritrovato a pensare che è una bella rottura tirare su e giù la tapparella ogni mattina e ogni sera. Segno questo incontrovertibile: mi sto tedeschizzando troppo. Riavere temporanemante un balcone è un sollievo. Anche solo per i risvolti pratici: le robe si asciugano in un secondo. A Monaco sono stato tentato più volte di asciugarli a colpi di fon.

-a Monaco la camera da letto è gigantesca. Perciò la mia camera veronese adesso mi sembra piccina picciò, costipata da mobili e dallo spazio vitale minimo. A Monaco ho un grosso armadio a muro privo però di cassetti. L'armadio di camera mia mi pare più incasinato che mai con cinque cassetti, quattro ante e due scomparti. Non trovo più i vestiti. Saranno stati ingoiati dall'universo parallelo che si apre dietro i cappotti. A Monaco l'appartamento è al secondo piano. A Verona abito al pianterreno. Il secondo giorno sono stato buttato giù dal letto dai motorini truccati, i suv rombanti e le moto scassate degli studenti che frequentano la scuola privata in piazza. Maledetti. Per non parlare degli adolescenti ormonati che si strusciano sotto le mie finestre. Disgustoso. Almeno favoriscono la naturale regolarità. Altrochè Activia e il bifidus actiregularis.

-si blatera della crisi ma il mio quartiere è in controtendenza. Ristrutturazioni ovunque, opere di risanamento a gogò, lavori di ammordenamento a più non posso. Ogni mattina ne scopro uno nuovo. E la villa del tale che viene messa a nuovo, e l'appartamento del tal l'altro che viene trasformato in un loft di lusso, e il condominio di fronte che viene alzato di un piano. Ma mi****a! Non siamo mai stato cosi pieni di lavoro come con la crisi. Allucinante veramente.

-possiamo anche avere le pezze al culo, ma mai dire che non sono di classe. Tempo due giorni (ossia il tempo base per disintossicarsi da un minimo di germanicità nel vestire) ed ero di nuovo squadrato dall'alto in basso a raggi X dai fighetti di turno. Io ero ancora abituato al generale menefreghismo teutonico. A Monaco anche se esci con un procione in testa o un serpente come collier non gliene frega niente a nessuno. Qui mi avrebbero fatto una risonanza magnetica al vestiario se fosse stato possibile. Gente che ti incrocia, ti guarda, storce le labbra e sbuffa, gonfiando il petto con il tipico atteggiamento "io so' vestito mejo". I quindicenni che ti esaminano dalle panchine e ti commentano ad alta voce. Le spogliarelliste di domani che fanno finta di scrivere al cellulare mentre in realtà esaminano le misure del sedere, la proporzione tra naso, bocca e pacco. E decidono se potresti essere il loro tipo o no. Come mi manca la pruderie tedesca!

-ridatemi le copertine dei libri tedeschi. Sono vivaci, fosforescenti, accattivanti, giallo/verde schocking. Le nostre sono nere, marroni, grigie, fucsia. Una stitichezza editoriale. I libri tedeschi sono piccoli, tascabili, pura carta. I nostri sono extralarge, cartonati e dai margini assurdi. Per fare volume tra un po' ci ridurremo a scrivere una parola per pagina. Cosi potremmo dire all'amico: "sono riuscito a leggere un libro di 12.000 pagine". Ah si? io ne ho letto uno da 32.000. Quantità al posto della qualità. Per tacere delle trame: torbidi omicidi, oscuri segreti sepolti in cripte ammuffite, congiure millenarie sventate da inconsapevoli predestinati. Anche per la fantasia è tempo di carestia. Uno dei pochi libri ottimisti è L'Idraulico Fai Da Te. Almeno con quello impari a ripararti il sifone del lavandino e risollevarti l'autostima a costo zero!

-la nostra televisione non ha mai brillato per la magnificenza dei programmi. Ora meno che meno. La scelta è tra tribune politiche, CSI e Incantesimo 27 stagione. E poi si stupiscono che in Internet girano i pirati multimediali. Se ci tolgono anche quelli, dove li andiamo a guardare noi i film decenti? Fateci un favore. Lasciateci i Robin Hood della rete. Che trufferanno pure, ma almeno fanno della beneficenza: rubano ai ricchi per dare ai poveri!

PS: so che non ve ne potrebbe fregare di meno del mio rinculo da temporaneo ritorno in Italia, ma...beccatevi sto maritozzo lo stesso! In attesa di tempi migliori...ihihihihihih! Ah e chiedo scusa per eventuali disguidi e disorientamenti dovuti ai continui rimaneggiamenti della grafica del blog. Sto attraversando una fase di inquietudine estetica e sono a dir poco incontentabile! Perdono!!

venerdì 18 maggio 2012

Torquitax in Wonderland

Attenzione: questo è un post interattivo. Premendo le lettere della vostra tastiera vi sarà possibile comunicare in tempo reale con Torquitax e cambiare il corso degli eventi.

Vivere in Germania è un disastro. Vivere a Monaco poi, un cataclisma. Perchè ti abitua troppo bene. E quando si ritorna nella Repubblica dello Stivale si cade in uno stato di narcolessia da schock culturale. Non ero più abituato alle nostre contraddizioni, ai nostri disservizi, agli intoppi burocratici. Alla lentezza, alla lotta per  l'affermazione di sè e alla convivenza con il caos. Il che dimostra quanto sia facile abituarsi al meglio...riadattarsi, anche se per brevi periodi, al peggio...è tutto un altro paio di maniche.

Per fortuna che la Super Genia-Bianconiglio mi ha offerto assistenza morale. Altrimenti non so se ce l'avrei fatta.

-sono andato a Trento a consegnare la documentazione post-tirocinio. Treni che colleghino Trento con Verona ce ne sono massimo fino alle 9. Poi fino alle 11 basta, chiuso, fai prima a camminare sui binari. Stesso discorso per il ritorno. Il primo treno che da Trento cala a Verona c'è alle 12.33. Ora, tenendo presente le quasi due ore abbondanti di percorrenza, alle 8.40 ero già sul treno richtung Trento. Tenendo presente che l'ufficio apriva alle 10 mi andava anche bene, tutto calcolato al millimetro. Alle 10.15 avevo già consegnato tutto. Peccato però che treni non ce ne fossero. Sono rimasto bloccato a Trento a gironzolare per due ore, senza una meta, annoiandomi a morte. No scusate eh, ma uno resta bloccato in un'altra città due ore perchè non ci sono treni?? Ditelo insieme a me: è una mega str*****a!

-mi manca il dolce dondolio della metro e dei tram. Ho preso il mio autobus per andare in stazione e il conducente era un cane. Frenate improvvise, sterzate audaci che neanche a Imola si vedono, sorpassi sulla destra. Avevo il mal di mare. Capisco che anche lui debba districarsi nella giungla d'asfalto: motorini tra le macchine, semafori indicativamente rossi (perciò allegramente non rispettabili), precedenze bruciate (le rotonde sono solo una scusa per piantare qualche bella aiuola), sinfonie di clacson, ma accidenti un minimo di quello che si dice no?! Una signora ha esordito: "se uno avesse bevuto latte stamattina, a quest'ora avrebbe fatto il burro". Medaglia d'oro al commento.

-grazie all'eminentissimo MoMa (Monti Mario) anche alla burocrazia è stato dato il classico colpo di vite. Le carte d'identità rinnovate con il pratico timbro ora valgono solo in Italia, non sono valide per l'estero. Ah bon e cosa aspettavi a dirmelo Super Mario mio?! Che se per caso gli zelanti controllori tedeschi mi sgamavano mi rispedivano a Monaco dal Brennero con un calcio in quel posto?? E allora di cosa blateriamo dell'Unione Europea se mi devo rinnovare la carta d'identità solo per andare in Germania?? Di fronte alle mie lamentele di disinformazione hanno avuto il coraggio di dirmi di ringraziare la mia buona stella che sul treno non me l'hanno controllata, altrimenti ero confinato in Germania vita natural durante. Alla fin fine è stata pure colpa mia. Tjè, prendi e porta a casa.

-le fototessere artistiche non vanno più di moda. Ora la nuova tendenza è la "fototessera alla galeotta". Per gli uomini niente frange o ciuffi, anche i modaioli devono scoprire la fronte, mento basso e sguardo frontale. Il tre quarti fa troppo gay ed effemminato. Ci vogliono sguardi machi per l'uomo che non deve chiedere mai. Per le donne via orecchini, gli occhiali sono permessi solo se da vista, capelli dietro le orecchie e orecchie bene in vista, fronte in mostra anche per chi cerca di nascondere le rughe. Schedati come in penitenziario. La nostra unica colpa: essere italiani. Tra un po' alla nascita invece del codice fiscale ci metteranno un microchip tra le chiappe che cosi almeno siamo rintracciabili anche quando evacuiamo. Per sicurezza eh. Mica per divertimento.

-a mia mamma si è fulminato il computer fisso. Lo portiamo in assistenza e diciamo al tipo di non disturbarsi a ripararlo, ma di mettere tutti i documenti su una memoria esterna che va bene cosi. E' partita la filippica. Ma è ancora buono, è un buon prodotto, perchè cambiarlo? Con i costi di adesso poi...spendete di meno a sostituire l'alimentarore...ve lo pulisco dalla polvere...uno sconticino, un buon prezzo. A me giravano come le eliche di un Concorde. Ma vedi te se devo pure mercanteggiare sulla mia roba. Se voglio usare il processore come poggiapiedi, potrò farlo, o no? Se voglio usarlo come sacco da box alternativo, potrò farlo, o no? No. Loro devono anche dirti cosa fare della tua roba. Senti bello fa quello che ti ho chiesto e chiusa li. Tanto ti pago lo stesso il servizio eh, non è che mi tiro indietro. Venti minuti passati a mercanteggiare. Quanto ho rimpianto l'ubbidienza teutonica alla Pino LaLavatrice: tu mi dici cosa devo fare  e io lo faccio. Bravo.

Fin'ora l'unica cosa indolore è stata il ritorno all'italiano come lingua di tutti i giorni. Sparite le paturnie e discorsi stringati. Anche se quasi quasi certe notizie sarebbe meglio sentirle in tedesco: capisci poco e ti salvi la giornata.

Continua...

domenica 13 maggio 2012

Verso casa...

Lo ammetto: a me viaggiare in aereo scoccia. Per carità, se devo prenderlo lo prendo. Ma se posso evitare meglio. Mi risparmio di arrivare in aereporto tre secoli in anticipo, i palpeggiamenti gratuiti antiterrorismo al gate, le preghiere per veder comparire la valigia dopo l'atterraggio e le orecchie otturate dalla pressione. Preferisco i treni. L'orario è flessibile, la valigia sempre sott'occhio e il paesaggio è li per essere ammirato. L'emozione di volare tra le nuvole è unica, ma anche vedere montagne e pianure sfilare sotto i tuoi occhi ha del suo. In più dal treno si possono vedere le persone ferme al binario, studiare le stazioni in cui si transita e farsi un'idea approssimativa delle città che si sfiorano. Per me il treno ha un fascino romantico e umano. Ormai è cosa nota: sono un vecchio nostalgico. E poi il treno è diretto e mi porta direttamente alla stazione centrale di Monaco, centralissima e a due fermate di U-Bahn da casa, quindi è ovvio che prendo quello! Il Signore benedica le ferrovie tedesche che hanno comprato il tratto fino a Verona. Tra un po' gli amici barbuti si comprano pure il lago di Garda e pari patta.

Di solito il viaggio io lo passo guardando fuori dal finestrino. Guardare le montagne mi fa spalancare gli occhi a rana, non per niente il mare lo aborro. Portatemi in spiaggia e io mi secco come una margherita nel forno a micronde, portatemi in montagna e mi ricarico come una batteria Duracell 4x4. Salgo a Monaco sentendo parlare tedesco, scendo a Verona stordito dalla parlantina medio-alta dell'italico medio. Spesse volte. Stavolta invece c'è stata la svolta. La svolta antropologica. La svolta scentifica. La svolta etnografica. Mi ero appena seduto al mio posto che una signora pallida, bionda, occhi slavati passa, controlla che gli altri tre posti siano liberi (ovvero senza reservierung, prenotazione), mi vede, mi sorride e mi chiede se quei posti sono occupati. No, il mio è questo ed è prenotato, gli altri sono a disposizione. Sorride di nuovo e scappa via. Dopo dieci secondi torna con uno zaino da campeggio a spalle e si accomoda di fronte a me. Tempo altri dieci secondi e comincia ad attaccarmi bottone. Mi racconta che è scandalizzata dal posto squallido che le han dato, laggiù nell'angolo tutta incastrata, veramente schrecklich. Io rispondo. Per educazione. E mentre consersavamo pensavo: ma che farò mai a sti alemanni di cosi seducente da stapparli emotivamente?? Ormai mi basta guardarli perchè mi raccontino vita, morte e miracoli. In Italia neanche se vomitavo addosso a qualcuno mi si filava, in Germania basta un'occhiata e mi invitano a cena. Misteri misteriosi. Il treno parte e la signora è tutta presa a raccontarmi dei suoi piani vacanzieri a Bologna, che ha mollato a casa il marito e si è messa della scarpe comode per poter girare meglio la città nonostante il caldo, che andare a Bologna è sempre stato il suo sogno proibito e che il mio accento inglese è impagabile (prima francese, ora inglese...di italiano non ho manco l'accento ora della fine). Ancora un po' e mi avrebbe confessato di avere una foto di George Clooney in tasca a mo' di santino.

Mentre Monaco filava via nel posto da quattro di fronte al nostro si siedono due inglesi/americani/anglosassoni. Riconoscibili a occhio nudo: faccie equine, gambe rachitiche, evidenti stempiature e naso aquilino. Uno in jeans, l'altro in braghette corte da basket. Si siedono e subito, con naturalezza, si sfilano le scarpe, allungano le gambe sul sedile opposto e si mettono a raccontarsi gli affari loro. Cosi. Come se niente fosse. Ma scusa! Sei un treno e tu ti mezzi in calze?? Non metto in dubbio che tu sia fresco di doccia, ma vedere i tuoi piedini annaspare l'aria non è che mi piaccia molto. Come non mi piace vedere che condiseri il treno il tuo salotto personale. La prossima volta portati la sdraia, la crema abbronzante e fa come se fossi in spiaggia. I controllori non hanno fanno un plissè quando li vedevano, evidentemente per il controllore tedesco era tutto in regola. Io li avrei gambizzati, che almeno la prossima volta prima di fare i disinibiti ci pensano due volte. Che ci volete fare, sono un rompipippoli intransigente che tiene molto al decoro pubblico. Il treno è roba di tutti. Mica il tuo lounge-bar privato. Dicono che il mondo sia bello perchè vario e allora teniamoci anche questa.  Non faccio in tempo a scuotere la testa scandalizzato che la signora ciarliera mi stupisce: dallo zaino estrae due uova sode per pranzo e con pazienza certosina si mette li a sbucciarle. Incredibile. Le uova sode come pranzo mi mancavano. Come mi mancava il cono di stagnola-porta sale sfoggiato dalla stessa cara vecchina. Credevo di averle viste tutte e invece...Sono pazzi questi tedeschi!

Quando si passa il Brennero e si rientra in Italia si vede...e si sente. La fauna umana cambia totalmente. Il decibel si alza considerevolmente e le stazioni si fanno sempre più squallide e minacciose.  Oltre al fatto che lo speaker parla prima in italiano e poi in tedesco. Ai binari il 99% delle volte aspettano uomini raybanati, con la sigaretta da accendere in bocca, barba sbarazzina da maschio vissuto, magliette di carta velina dalla scollatura ombelicale e pantaloni fascianti che lasciano intravedere la metratura dei piani bassi. Non appena salgono sul treno si lasciano andare a commenti da mandriani con un tono di voce oscillante tra l'alto e l'altissimo. Commenti del tipo: "c***o, qua sembra di stare da McDonald's!" (era all'incirca l'1, ovvio che sei li che mangi, genio della lampada!). La finezza di certe espressioni non ha prezzo. Soprattutto per chi mancando da casa da tot mesi si accorge subito del gap culturale. E ne resta scioccato. E capisce che, si, è proprio tornato in Italia. Senza dubbio e senza fallo.

mercoledì 9 maggio 2012

Quando l'italiano è un' opinione!

Dove: treno DB-OBB Monaco-Verona

Da notare quanto la nostra lingua sia stata correttamente tradotta (sia ortograficamente che lessicalmente).

Io vi lascio la foto. I commenti, invece, li lascio tutti a voi.

[caption id="attachment_418" align="aligncenter" width="484"] Cartello sotto il pulsante dello sciaquone[/caption]

Ps: scusate per la qualità della foto, ma l'ho scattata con il cellulare in un impeto da "porca pupazza questa finisce per direttissima sul blog". Spero comunque che sia adeguatamente leggibile e quindi commentabile!

sabato 5 maggio 2012

Praktikum vorbei

Sono disoccupato da una settimana e un giorno. Di nuovo. Come dopo la laurea. Dall'oggi al domani finito un percorso. Ora meritatissimo sport del divano. Che sei mesi son volati come niente, ma finchè sono durati ci sono stati momenti da montagne russe, fino all'ultimo giorno.  Si perchè il Praktikum non poteva che finire in bellezza, e che bellezza. La classica ciliegina sulla torta. E io me la sono ingollata tutta d'un fiato.

Mercoledi scorso ero li che passavo in rassegna alcuni siti per conto della Secondina (siti per un programma aziendale utile durante le fiere eh, mica siti sconci). Le scrivo una mail per farle un Bericht dettagliato sulla mia ricerca e gliela invio. Tempo dieci secondi  la sento sbuffare, aggirare la pianta e piantarmisi di lato a me con l'espressione da "ora ti spiego io". Comincia a sproloquiare che quando mi chiede una mail-Bericht in realtà vuole che io le alleghi anche un file di Excel completo di paragone tra quel programma e quell'altro in base a capacità, costi, velocità ecc ecc. E io dico: e non potevi scrivermelo nella mail con cui mi hai fatto la richiesta? Mi sembra che il principio "chiedi e ti sarà dato " sia elementare e di facile compresione. Ma lei mi chiede di più, lei mi chiede di imparare l'arte della lettura del pensiero. Non mi riesce in italiano, sarà difficile che impari in tedesco.  Lo sproloquio continua con tanto di schizzetti di saliva (tanto che io avevo già aperto l'ombrello per non docciarmi) finchè arriva lei, la frase-chiave, la frase che tutto spiega e tutto incasina: "perchè immagino che la gestione del lavoro sia anche una questione di paesi: in Italia il lavoro sarà forse anche svolto molto locker (=shallo, tranquillo, rilassato, alla bell'è meglio), ma in Germania no di sicuro e se vuoi lavorare qui deve capire che il metodo e l'ordine vengono prima di tutto". Ora, volete spiegarmela voi questa affermazione? Io l'ho capita che praticamente mi ha detto che vengo da un paese in cui lavorare è un optional, ma che qui invece il lavoro si prende sul serio. Non sa quanto è stata fortunata la ragazza impettita li, che se avesse avuto davanti un tipo molto più suscettibile un vaffa di cuore non glielo toglieva nessuno. Invece ha trovato me che cercavo di non scoppiare a riderle in faccia perchè la frase era comicamente ignorante.

Il giovedi arrivo in ufficio e scambio quattro chiacchiere di buongiorno con la Tutor e tra una risata e l'altra le racconto dello sketch del giorno prima. Più io ridevo, più il suo viso si afflosciava a terra come gomma fusa, lasciando intravedere il teschio sotto. Finito il racconto lei si alza in piedi, batte i tacchi, mi fa il saluto militare e mi dice: "la prossima volta falle il passo dell'oca e dille Jawohl!". Avevo acceso la miccia e non ero consapevole. Appena la Secondina è arrivata in ufficio le colleghe l'hanno presa di peso, l'hanno trascinata di la dalla Tutor e a turno, a mo' di plotone d'esecuzione, l'hanno cazziata. Per me, per loro, per l'ufficio. Insomma hanno colto l'occasione per togliersi dei sassolini dalle scarpe. E io ero li che origliavo e gongolavo. Tjè, beccati le pappe pure tu. Le ricriminazioni si placano e la vedo uscire dall'ufficio in lacrime per non fare più ritorno. Ok, ammetto che vederla infilare la porta con i lacrimoni mi ha fatto pena, ma cosi è la vita. Un giorno cazzi, un giorno vieni cazziato.

Scocca l'ultimo giorno, il venerdi. Arrivo in ufficio, mi sistemo la scrivania e lei è li che mi guarda. E mi malediceva, ne sono sicuro. Si alza, mi viene incontro, mi chiede se può parlarmi. Temevo il peggio. Invece sorpresa. La Secondina, la più inflessibile delle teutoniche, la più orgogliosa del paniere si è scusata. Lo ripeto: si è scusata. Con me. Di tutto. All'inizio imbarazzo stellare, poi solo compassione. Compassione che non mi ha impedito di dirle cosa pensavo e cosa secondo me aveva sbagliato. Ma quello che più mi ha fatto piacere è stato vedere quanto tutto l'ufficio parteggiasse per me e mi abbia difeso. Robe dell'altro mondo. Robe da mondo tedesco. E che questa si scusi poi. Difatti me lo sono scritto sul calendario, che chissà quando mai mi ricapiterà. Chiusa la parentesi etica ero li che mi mettevo a posto tutte le carte accumulate quando vedo tutto il cerchio delle colleghe intorno con tre pacchettini. Mi sono arrivati anche i regali d'addio. Non ci potevo credere. Una bandiera della Baviera, una cartolina con tutte le firme e gli auguri per il futuro e un buono di tot euro da spendere a Hugendubel. Commozione. Commozione. Commozione. Abbiamo fatto le foto ricordo. Ma soprattutto abbiamo riso. Tanto. Ora lo posso ammettere senza tanta modestia: sono stato un praticante spaccaculo. Un pazzoide cosi non gli ricapiterà più.

Adesso mi dedico al riposo. Settimana prossima torno a casa in vacanza, che dopo cinque mesi filati qua ho come il bisogno fisiologico di prendermi una pausa da Monaco, mon amour. Oltre ai risvolti tecnici: devo presentare a Trento tutta la documentazione di fine tirocinio. Insomma anche la burocrazia c'ha la sua buona parte. Per il momento torno a essere turista e godermi la città. A pensare a tutto il resto c'è ancora tanto, tantissimo tempo!