martedì 5 febbraio 2013

Consigli per acquisti alternativi

copQuesto articolo non è sponsorizzato. L’Autore però ha consentito al trattamento dei suoi dati (mica bau bau micio micio eh).

Cari i miei sparuti lettori, tra le molte cose che non mi imbarazza ammettere c’è anche quella di essere un follower assiduo di un noto youtuber nostrano. No, non è Willwoosh. No, non è Clio MakeUp (pensate che avrei bisogno di truccarmi??). È Daniele Doesn’t Matter. So che il nome vi potrebbe suonare nuovo e no, non vi dico cosa fa, se vi interessa googlatelo o youtubatelo. A piacere. Anche se ve lo consiglio, ça va sans dire.

Ordunque il nostro baldo giovine non più tardi di un paio di settimane fa ha pubblicato la sua prima fatica letteraria. Un libro leggero e accattivante dal titolo Come diventare famosi stando comodamente seduti in poltrona. E voi già avrete lo sbuffo che sale e mi direte “vabbè, ormai è prassi; appena si diventa un filo famosi, da li a un libro è attimo”. Questo però è diverso. E lo so, lo so, che a sentire tutti ogni libro è diverso. Però iniziano gli altri libri da “l’inizio della metà”? Inframezzano gli altri libri i capitoli tra loro inserendovi piccole Pause Video? La struttura degli altri libri segue un andamento alla “così come mi viene in mente”? No. Infatti. C.v.d. (come volevasi dimostrare)

Daniele infatti ripercorre le tappe che lo hanno portato dov’è -cito dal risvolto di copertina: “in poco meno di due anni ha superato le 25 milioni di visualizzazioni e i 170.000 iscritti fra i suoi tre canali. Conduce, su Radio Kiss Kiss, il programma Kisskissenefrega”-, senza però partire dalla A per approdare alla Z. Riavvolge invece il nastro della memoria in maniera del tutto arbitraria, saltellando allegramente di M in Q e di C in K.

Bon. Finite ora queste sviolinate tecniche penserete bene che io passi a parlare dei contenuti. Errore. Salterò direttamente questa parte per non guastarvi la gioia di sfogliare quest’opera di ingegno e andrò spedito alle mie riflessioni in merito. L’ho trovato un libro fortemente incoraggiante. Regala chili di speranza. A camionate intere. A vagonate. E in contemporanea apre interessanti squarci sul “mestiere” di intrattenitore comico. Che si sa, far ridere è l’arte più difficile di sto mondo. In più da blogger ho apprezzato particolarmente i punti in comune che emergono: dove reperire l’ispirazione, come nascono le idee o gli sketch per un post/video o il contatto con il “pubblico” attivo di commentatori/lettori.  In un certo qual modo parliamo la stessa lingua. Solo che uno sceglie di mettersi dietro una telecamera, l’altro dietro le nude parole. Ma l’arte da padroneggiare resta sempre la stessa.

Insomma un libro non solo spumeggiante e lieve, ma anche ragionato in cui c’è molta più sostanza di quanto l’occhio non colga. Passando al setaccio il testo, certe pepituzze d’oro restano incastrate si! tra le maglie del cervello. E questa è sempre cosa buona e giusta. O almeno così ho trovato io. Poi sentitevi liberi di amarlo o odiarlo. In totale libertà e coscienza.

Ve l’ho fatta venire un po’ di sana curiosità? Spero proprio di si. Altrimenti pazienza. Uno ci prova.

Morale: leggero, divertente e ironico, ha un solo difetto: finisce troppo presto!

« Se ci si ferma a pensare, le cose da dire sono praticamente infinite. La vita ha sempre dei lati comici. Anche quando non sembra... »


Daniele Doesn’t Matter


N.d.R: nell’improbabilissima ipotesi che tu mi stia leggendo, caro Daniele, fammi sapere quanto ti devo di Copyright e diritti Siae per averti citato. Tuo, Torquitax.

5 commenti:

  1. ero anche io una sua follower... ma i "tipi di youtube" mi stancano facilmente... però grazie a lui ho capito una cosa importante di me: c'ho provato anche io a fare la youtuber ma io sono fatta decisamente per stare dietro la telecamera, per inventare ciò che dirà una persona sul palcoscenico con molta più grinta e sfacciataggine di me.. e Daniele ne ha tanta, bisogna ammetterlo :D

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  2. Io invece resisto indomito. Gli altri sono andati a noia anche a me. Gogo youtuber??? Che ganza! Non riuscirei mai io. Per la mia naturale timidezza, sarebbe violenza pura. Il blog mi basta!

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  3. io ho un canale youtube, uno facebook e uno twitter, tutti collegati al blog :) in particolare sono affezionata a quello di youtube dove ci sono 240 video che ho fatto quando vivevo a tokyo, e tutti gli altri di quando vivevo a londra e leeds! c'ho provato a stare davanti la telecamera ma concordo con te: troppo imbarazzo! e non invidio nemmeno chi riesce a farlo, per me è una cosa troppo assurda!

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